Leone Caetani (1869-1935) è il primogenito dei duchi Onorato e Ada Bootle-Wilbraham. Personaggio di eccelse doti culturali, si laurea in lettere a Roma nel 1891 e fin da giovane si dedica agli studi delle lingue e, in modo particolare, di quelle orientali, a cominciare dall’arabo. A soli nove anni è già capace di scrivere alla madre lettere in inglese e in tedesco. Nella corrispondenza giovanile con il padre Onorato si nota la grande curiosità che anima Leone, la quale si manifesta sia nei racconti delle proprie attività fanciullesche e sia nei reportage dettagliati degli innumerevoli viaggi. Per un ventennio, a partire dalla fine degli anni Ottanta, Leone si reca nel Nord Europa, negli Stati Uniti, in Canada, in India e, soprattutto, in Eritrea, in Egitto, in Palestina e in Persia.
Nel corso di queste esperienze conosce personaggi importanti, come ad esempio l’allora primo ministro britannico lord Salisbury, e le persone più semplici e disparate. Allo stesso tempo non viene meno agli studi, come si evince dalle lettere scritte al padre nel 1893 in cui, assorbito dalle ricerche compiute tra Parigi e Londra, manifesta la volontà di raccogliere documenti utili alla stesura di un «qualche futuro lavoro storico sull’oriente musulmano». Un progetto che troverà sfogo, a partire dal 1905 per poi proseguire fino al 1926, nella pubblicazione del primo dei dieci volumi degli Annali dell’Islam, l’opera che avrebbe reso Leone Caetani uno dei massimi cultori internazionali della storia dell’Islam e permesso di essere ascritto all’Accademia dei Lincei.


Negli anni a cavallo tra i due secoli, in quanto primogenito, dunque portatore del titolo di principe di Teano fino alla morte di Onorato, Leone si dedica attivamente all’amministrazione delle terre pontine dei Caetani, trovandosi impegnato anche nelle vertenze con i contadini e le comunità locali, in modo particolare con quella di Bassiano. Nel 1901 sposa Vittoria Colonna, figlia di Marcantonio VI Colonna, principe di Paliano, dalla quale avrà, nel 1902, un figlio di nome Onorato il quale, a causa dei problemi fisici manifestati fin dalla tenera età, avrà una vita breve e morirà nel 1942. Allo scoccare del primo decennio del Novecento, Leone, nonostante i viaggi, gli studi, i convegni e le questioni amministrative, decide di impegnarsi in politica ricalcando le orme del padre Onorato. Tuttavia, a differenza del genitore, l’esperienza parlamentare compiuta tra il 1909 e il 1913 come deputato del IV Collegio di Roma, lo vede su posizioni liberaldemocratiche.
La guerra di Libia rappresenta uno spartiacque nella breve carriera politica di Leone, in quanto il 7 giugno del 1911, nel corso del dibattito sul bilancio del Ministero degli Affari esteri, si rende protagonista di un duro intervento alla Camera contro quello che definisce «l’imbroglio tripolino». Parole che gli attirano, da un lato, le critiche affidate dal padre Onorato alla corrispondenza con il secondogenito Roffredo e l’ostilità trasversale di buona parte del mondo liberale, dei nazionalisti e dei cattolici, mentre dall’altro gli procura già in aula gli applausi dei socialisti e le vive approvazioni di Gaetano Salvemini, che rilancia immediatamente una parte del discorso del principe sulle pagine della sua nuova rivista «L’Unità».
Caetani paga pesantemente il prezzo delle sue idee, oltreché dei suoi interessi culturali sull’Islam e dei trascorsi massonici, in occasione delle elezioni del 1913, quando viene sconfitto al ballottaggio da Luigi Medici del Vascello, candidato nazionalista sostenuto dagli ambienti del cattolicesimo romano.


Allo scoppio della Prima guerra mondiale, Leone risponde alle accuse di antipatriottismo che gli erano state mosse negli anni precedenti, arruolandosi come volontario e prestando servizio nelle vesti di ufficiale nell’artiglieria da montagna per un biennio, prima di essere congedato per motivi di salute, ricevendo un costante sostegno dal padre, di cui è rimasta traccia nella corrispondenza di famiglia. Gli anni successivi al conflitto vedono la crisi del matrimonio con Vittoria e nel 1926, già critico verso il fascismo, lascia l’Italia per stabilirsi a Vernon, in Canada, dove vivrà fino alla morte insieme ad Ofelia Fabiani, da cui nel 1917 aveva avuto una figlia, Sveva. Il trasferimento in Canada e l’assunzione della nuova cittadinanza sono accompagnati dalla cessione ai fratelli di tutti i suoi diritti sul patrimonio dei Caetani e dalla perdita della cittadinanza italiana, con successiva decadenza dai Lincei.

DOCUMENTI
Il ricco inventario dei documenti conservati presso l’Archivio gentilizio della Fondazione Camillo Caetani relativi alla figura di Leone sono disponibili in PDF al link qui in basso.